Siamo state tutte con lei, quando dopo aver visto una sequenza quasi interminabile di insulti da parte del suo fidanzato, Pietro Delle Piane, sotto l’occhio delle telecamere di Temptation Island, ha detto: “Mi fa schifo, lo mollo”.
Siamo state tutte con lei anche quando, sempre il suo fidanzato, si è appartato con due tentatrici in bagno, per eludere (termine a lui incomprensibile) le telecamere, tra mugoliii e strusciaenti vari e siamo state tutte con lei quando il tipo, che smetterò di nominare, in stanza con un grande Lorenzo Amoruso, ha confessato: “L’ho baciata”, mimando poi un atto sessuale con la bocca inequivocabile, che nessuto in trasmissione ha sottolineato per decenza, ma che tutti hanno capito. Con Amoruso che gli diceva “Lascia perdere, calmati”, uscendo da questo assurdo reality come l’unico e vero gentleman.
E siamo state tutte con lei, l’Antonella Elia della tv, fragile, graziosa, l’eterna adolscente, come più volte ha detto con sprezzo però, il suo Lui: “E’ rimasta a quattordci anni”. Sì, è vero, la sua anima e un po’ il suo bellissimo corpo e il suo viso ancora da ragazzina a cinquantasei anni, sono rimasti a quella età, perché quando si subisce un trauma, come per Antonella la morte del padre, la mente per proteggerci a volte si cristallizza e lei è lì, nel momento prima del dramma e forse la sua memoria primitiva è rimasta in un passato ancora più remoto, quando è morta la mamma e lei aveva solo un anno.
E siamo state tutte con lei, quando al falò lui ha esordito con “Me te magno”, abbaiando come un cane e poi è finito in ginocchio, elemosinando una ciotola di perdono, sempre come un cane, ma bastonato, umiliato. E poverino il cane finito inquesto paragone che non merita. Con Antonella che diceva composta, ma emozionata: “Ti amo, ma mi fai schifo”.
E siamo state tutte con lei, quando lui, di fronte alle prove del bacio e oltre, ha detto: “Eravamo andati a mangiare le caramelle…”. Incommentabile.
Ma poi…
Poi la sorpresa, nel filmato ad un mese di distanza, abbiamo visto la nostra erouna vestita di rosa, raccontarci che Pietro l’ha risentito la sera stessa e poi lui le ha portato la spesa e che hanno parlato… E la nostra empatia ha iniziato a vacillare. Poi lui è arrivato con un mazzo di rose, una lettera letta con l’intonazione che si mette elencando quello che manca in frigo, con le sue scuse assurde per il bacio dato e lei sciolta, come un adolescente appunto, perché fragile e bisognosa d’affetto. E molte di noi, ancora con lei: “Antonella, no, non cedere…”.
E poi quel filmato, purtroppo ipocrita e di facciata, in cui Antonella ha detto: “Rivedendo la registrazione di Temptation mi sono allontanata di nuovo da Pietro…”. E poi: “Pietro non è quello che avete visto in ventuno giorni, è molto di più, altrimenti non mi sarei innamorata di lui”.
In quel momento la nostra Elia aveva purtroppo smesso di rappresentare la nostra eroina, era diventata una delle tante donne maltrattate, nel suo caso psicologicamente, che continuano a perdonare e giustificare il loro uomo. “Sono stata io a provocarlo…”. Ed è difficile dirlo, ma anche in quel caso, senza ammetterlo, siamo state tutte con lei, perché tutte noi ci siamo fatte umiliare, credendo in un amore malato, che poi non era amore, era il nulla. Il nulla!